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Tre navate con abside - navi divise da arcate su colonne
Muratura della facciata in conci di calcare perfettamente squadrati il resto
in conci di arenaria e muratura in laterizio

Collocata lungo la centrale via Fillungo, questa chiesa attestata fin dall´XI secolo e ricostruita nel XII, presenta in facciata motivi di matrice pisana insieme all´intervento fortemente caratterizzante di una maestranza guidettesca. L´interno che ospita tra l´altro le sepolture di Matteo Civitali e dei suoi figli, è stato completamente stravolto tra il 1939 e il 1940 quando la chiesa fu trasformata in sacrario dei caduti in guerra. L´edificio è documentato per la prima volta nel 1053 come "S. Cristofano prope Arco" per la vicinanza al famoso cavalcavia che si trovava all´inizio della via Fillungo. La chiesa attuale fu edificata a partire dal XII secolo e nel muro della navata settentrionale si legge un´epigrafe molto discussa: GAUDEAT D(I)OTISALVI MAG(STE)R NEC COMPAREAT EI LOCUS SINISTER NA(M) IP(SE) ME P(ER)FECIT che ha portato all´ipotesi, non unanimemente condivisa, di riconoscere l´autore nell´omonimo architetto della parte più antica del Battistero di Pisa, secondo alcuni attivo qui a Lucca anche nell´impianto di S. Michele in Foro. L´influenza di certi moduli architettonici pisani è comunque chiaramente rintracciabile nelle colonne che sostengono le arcate cieche della decorazione in facciata, dove però, a partire dalla fine del XII secolo, cominciò a intervenire una maestranza guidettesca, che eseguì il portale caratterizzato da un´accentuata strombatura e dalla tipica decorazione vegetale a girali di fogliami rigonfi che orna l´architrave e l´archivolto. Alla stessa maestranza si deve anche la conclusione della facciata, segnata da cornici con il consueto tralcio a girali in cui sono inglobate le medesime arpie presenti nelle altre opere guidettesche.La parte alta della facciata con il rosone dovrebbe risalire alla seconda metà del XIV secolo. La chiesa ha subito nella prima metà del XIV secolo dei danni dovuti o all´interruzione dei lavori di ampliamento, o forse ad un incendio: infatti nel 1345 il vescovo concedeva indulgenze a chi avesse contribuito alla riparazione dell´edificio da troppi anni scoperto ed esposto alle intemperie. Nel XV secolo le navate furono coperte con volte; nel periodo barocco furono rifatti gli altari e eseguite molte decorazioni in stucco. La basilica fu restaurata una prima volta da Cesare Lazzarini e Giuseppe Pardini negli anni 1843-1844 e una seconda volta negli anni 1939-1940; l´ultimo intervento, molto pesante, la trasformò in un sacrario alla memoria dei caduti lucchesi in guerra; in tale occasione furono completamente eliminati tutti gli intonaci e tutti gli arredi, furono abbattute le volte e sulle pareti delle navate furono incisi i nomi dei caduti. Unica traccia superstite dell´antica decorazione è un affresco della seconda metà del Trecento raffigurante la Madonna col Bambino assai consunto e rimaneggiato, mentre la tavola di Amico Aspertini che ornava l´altare maggiore è oggi conservata a Villa Guinigi. La chiesa ospita le sepolture di Matteo Civitali e dei suoi figli.Nel XII secolo la chiesa fu sede dei Consoli delle Cause lucchesi, mentre nel secolo successivo appartenne all´Università dei Mercanti: ai lati della porta sono tutt´oggi infisse barre di ferro con le misure stabilite per i telai lucchesi e la data 1296. Nel 1575 la chiesa veniva descritta come appartenente al territorio parrocchiale di S. Martino ma per le cappellanie dipendente in parte da S. Michele in Foro in parte dalla Cattedrale. Annesso alla chiesa era l´oratorio della Compagnia di S. Carlo, addossato sul fianco nord dell´edificio, attestato dalla visita pastorale del 1679. Altre confraternite legate alla stessa chiesa furono quella femminile dell´Annunciazione- documentata già nella visita pastorale del 1575- quella di S. Francesco da Paola documentata dal 1679 al 1808 e quella del SS. Crocifisso ugualmente soppressa nel 1808.